Premio Racconti nella Rete 2025 "UNA GABBIA DI MATTI" dell'allieva Carlotta Mura, classe II B, biennio Pisa, a.s.2025/26 | prima parte

Per una volta nella vita decisi di essere coraggiosa e affrontare le mie paure. Sono sempre stata una bambina molto estroversa e chiacchierona, eppure col tempo l'ansia sociale aveva fatto capolino nella mia vita.

Non che il mio essere logorroica fosse svanito nel nulla, ma l'idea di andare in una classe nuova composta da soli sconosciuti non mi entusiasmava più di tanto.

Il Liceo Artistico però era la scelta migliore per me ed io non vedevo l'ora di iniziare.

Mi misi quindi l'anima in pace ed entrai in quella scuola grande e minacciosa. Non sapevo ancora che da quel giorno in poi quei diciannove ragazzi sarebbero diventati la mia seconda famiglia.

C'era Jean, la ragazza dalle “due facce”.

A scuola era molto timida e riservata, parlava così piano da doverle chiedere di ripetere il discorso almeno tre volte.

Se invece la incontravi in giro o alle feste era tutto il contrario.

La incontrai una sera ad un festino e non potevo credere ai miei occhi. Sembrava al settimo cielo, saltellava, rideva e urlava in un modo che mai le avevo visto fare.

Era alta e in forma, con i capelli di un mosso particolare che le invidiavo tanto ma che lei continuava a piastrare.

Tante piccole lentiggini contornavano il suo naso e parte delle guance, donandole un aspetto da bambina.

Era molto bella, ma sembrava non le interessasse quasi mai, era quasi sempre struccata e quelle poche volte che si truccava metteva solamente un leggero strato di mascara e la matita nera.

Personalmente ho sempre pensato che il suo nasino scolpito alla perfezione e il sorriso impeccabile bastavano a farla sembrare bellissima.

Poi c'era Roby, amica di Jean e fidanzata con un sedicenne di classe nostra. Lei era l'anima della classe, quella che aveva sempre la battuta pronta che puntualmente faceva ridere anche i professori.

Impossibile da odiare.

Però aveva anche un caratterino ribelle, per la sua età aveva già molta esperienza ed anche esteticamente si notava.

I capelli non avevano una forma ben definita, erano spesso legati e potevi scovare qua e là qualche dread.

Aveva un bel faccino spezzato dal septum ed un leggero strabismo di venere che le donava un aspetto simpatico.

Gli occhi erano di un verde leggero, delicato ma stupendo, con uno sguardo che cambiava ogni secondo.

Diceva di odiare il suo fisico ma a me piaceva. Sua compagna di vita, Mia.

Dove c'era Roby c'era anche lei.

Nonostante la loro grande amicizia non si somigliavano affatto.

Mia era molto ingenua, quasi da sembrare piccola. Anche i suoi occhietti scuri lo dimostravano.

Se fosse stata meno alta avrei giurato che avesse undici anni, perfino la voce era paragonabile a quella di una ragazzina delle elementari.

In realtà era un palo della luce, altissima e secca.

Non aveva nemmeno una forma ma non sembrava interessarle e a parer mio stava benissimo così.

A caratterizzarla erano i suoi capelli colorati, non aveva però un colore preciso questo perché lo cambiava spesso.

Era strano effettivamente vedere una ragazza così semplice con i capelli blu elettrico o rosa.

Era un po' amica di tutti ma anche di nessuno.

Scritto dall'allieva 

Carlotta Mura

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