CONTRO LA GUERRA, manifesto realizzato dall'allievo Mohamed Belymam, classe 4 B Grafica, a.s. 21/22, Pisa | MOSTRA


Il manifesto, o meglio l'illustrazione presente nel manifesto, vuole rappresentare la mia visione della guerra (visione che la ripudia assolutamente). Il manifesto è interamente in bianco e nero perché vuole illustrare il "lato oscuro", ovvero quello che si ripercuote sulle persone comuni che, paradossalmente, non c'entrano niente nella provocazione della guerra, ma sono comunque quelli che soffrono di più, mentre i veri "colpevoli" della guerra si crogiolano nel benessere che la loro posizione offre. 

Accecati  dalla loro avidità vedono solo il guadagno personale che ne possono ricavare, fregandosene di donne, bambini e anziani, vittime innocenti della guerra.

Il "mostro", posto in corrispondenza dell'asse centrale della composizione, sta a rappresentare la guerra; un essere innaturale, alieno se vogliamo, questo perché la guerra non fa parte della natura... è stata creata artificialmente dall'avidità delle persone; 

la guerra come nutrimento si ciba delle ambizioni delle persone che sono in grado di crearla (politici, trafficanti di armi , terroristi ecc...). Infatti, siamo tutti uguali agli occhi della guerra: un nutrimento fine ad accrescere la sua "essenza", ovvero la distruzione.

Oltre agli numerosi tentacoli, utili a far sprofondare il suo "cibo" in una dolce illusione fatta dei desideri più oscuri,  "Il mostro" ha un buco nero da cui è IMPOSSIBILE intravedere il fondo a simboleggiare l'infinita quantità di morte che la guerra ha portato e continua a portare. Le luci che gli stolti scambiano per piccoli barlumi ...mentre in realtà sono come fuoco per le falene (prese come spunto dai pozzi-neri di Stephen King)...

Questo essere si erge sopra una pila di cadaveri: le vittime della guerra, "l'effetto collaterale".

In corrispondenza dell' asse centrale, ma in basso come a mettere in contrasto l'atto e le sue conseguenze, abbiamo la mano di una persona che assume un doppio significato. Il braccio unisce un contrasto, è "teso", ma la mano "abbandonata". 

Questo simboleggia la dimensione del rassegnarsi al proprio destino e la dimensione in cui, nonostante la consapevolezza di ciò che ci aspetta, si combatte comunque per cercare di evitarlo e questo vuole essere accentuato dalla luce che si riflette sulla mano che non proviene da nessuna sorgente di luce interna alla composizione (scenario di guerra). 

Quella luce è la dignità dell' essere umano, il pensiero razionale, la consapevolezza di esistere che ci contraddistingue dai animali e ci dovrebbe far distinguere il bene dal male. È lei la luce che forse vediamo e che ci indica la fine del tunnel.

ALLIEVO: Mohamed Belymam  

CLASSE: 4 B a.s. 2021/22

SEZIONE: GRAFICA

MOSTRA: “CONTRO LA GUERRA”

REFERENTE: prof.ssa Simona Bartalucci


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