Il Museo nazionale di San Marco, recensione dell'allieva Lucrezia Parolo, 3D Architettura e Ambiente, a.s. 21/22, Pisa | ARTE

Firenze, come si suol dire, è la culla del Rinascimento ed è proprio così: è piena di opere e di musei tra i più importanti e visitati al mondo. Conosciamo tutti gli Uffizi, il Museo dell’Opera del Duomo, Palazzo Pitti, il Museo dell’Accademia, il Museo nazionale del Bargello…ma se vi dicessi che c’è un altro museo nazionale che nel quindicesimo secolo era un convento, dove hanno soggiornato niente popò di meno che il frate pittore Beato Angelico e il frate politico e predicatore Girolamo Savoranola?

È il Museo nazionale di San Marco, nell’omonima piazza, dietro la Santissima Annunziata, capolavoro del Brunelleschi, non molto distante dal Duomo e dalla stazione. Ci si arriva con non troppa difficoltà, il personale è gentile e competente, nonostante siano fiorentini!

Appena finiti i controlli di temperatura e Green Pass si giunge in un loggiato rinascimentale, che ancora oggi conserva affreschi del ‘600, ma anche una scena della Crocifissione del Beato Angelico. Di qui inizia il percorso, che va scoperto da soli, perché sulle prime non ci sono indicazioni (sicuramente dipende da me che sono pisana, un livornese avrebbe capito al volo dove andare).

Ancora al piano terra è la sala dell’Ospizio, dove in origine venivano accolti i pellegrini più umili, oggi dedicata esclusivamente ad opere di Beato Angelico. L’allestimento è ben studiato, in modo da far risaltare i particolari di capolavori quali la Pala Strozzi della Deposizione, la Pala di Annalena e lo splendido Tabernacolo dei Linaioli. Tornati nel solito chiostro, più avanti si entra nella Sala Capitolare, in cui si può ammirare un’altra Crocifissione affrescata da Beato Angelico

Non posso descrivervi tutti gli ambienti di questo splendido convento progettato dall’architetto Michelozzo, ma devo ricordarvi il Cenacolo dipinto da Domenico Ghirlandaio nel Piccolo Refettorio e poi le celle del primo piano dove dormivano i monaci, ciascuna con una scena affrescata dall’Angelico, e poi la biblioteca. Per ogni sala vi è un addetto alla sicurezza, ma non solo: se il prof Carletti non è stato abbastanza chiaro nelle sue spiegazioni, ecco che subito arriva un simpatico giovanotto, pronto a spiegarci l’opera in maniera assai più esaustiva. 

Dimenticavo: ho detto che qui è vissuto il Savonarola, a partire dal 1489 per nove anni, finché qui non lo vennero a catturare per poi giustiziarlo. Del Savonarola rimangono la sua tonaca, la scrivania, un testo manoscritto ed un ritratto dipinto da un altro monaco pittore, Frà Bartolomeo.

Ovviamente, ragazzi miei, non possiamo avere tutto dalla vita: può darsi che anche voi patiate un po' il freddo, perché il convento, per quanto provvisto di bagno, ottimo personale e bookshop, non è certo rinomato per il riscaldamento degli ambienti. Può essere un problema, soprattutto per voi livornesi abituati al caldo di Calafuria dieci mesi l’anno, ma secondo me se vi vestite per benino potete andare a visitare questo meraviglioso museo anche d’inverno. Anzi, ve lo consiglio.

Ah, dimenticavo: forza Pisa!

Nota del prof. Lorenzo Carletti:

Il 2 marzo 2022 la classe 3D Architettura e Ambiente si è recata a Firenze in visita al Museo nazionale di San Marco, quindi al Museo dell’Opera del Duomo. Ogni nostra visita vede studenti e studentesse impegnati a recensire una delle nostre mete e stavolta la nostra inviata, Lucrezia Parolo, ha raccontato il Museo di San Marco per la PVC, Podcast Vespucci Colombo (dal minuto 20 al 25 circa). 

PVC è la radio in podcast dell'Istituto "Vespucci Colombo" di Livorno. Buon Ascolto!

https://www.spreaker.com/user/14154289/puntata-9-marzo-2022

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