La Crisi Ecologica del XXI secolo dell'allievo Artiom Tosi 5B, Arti Figurative, a.s. 2020/21 | OPERE


La Crisi Ecologica del XXI secolo
L’inizio del nostro secolo è stato contaddistinto da varie crisi, non ultima quella sanitaria del Covid-19. Ma fra tutte quella ecologica è per me una delle più pericolose e più difficili da affrontare.

L’impatto negativo dell’uomo sul nostro pianeta inizia da lontano, come minimo dalla prima Rivoluzione industriale e purtroppo molte attività, scoperte, scelte, modi di vivere, hanno accelerato quei fenomeni che rischiano di trasformare la terra in un luogo non più abitabile.

Lo scioglimento dei ghiacciai, la deforestazione, i cambiamenti climatici, l’inquinamento delle città, l’estinzione di intere specie viventi, sono argomenti di discussione ormai in tutti i paesi del mondo.

Purtroppo le tante parole, opinioni, dibattiti non hanno portato a politiche ambientali, regole e comportamenti che possano far sperare ad una soluzione del problema in tempi brevi. Ci sono delle lodevoli prese di posizioni, anche delle iniziative interessanti, ma queste possono costituire solo degli esempi virtuosi perchè il loro impatto è irrilevante rispetto all’aggravarsi dei fenomeni che ho descritto.

Questa è una crisi diversa per l’umanità: non ha a che a fare con un declino o un cambiamento economico, politico o culturale, ma con l’estinzione del genere umano per sua stessa mano. La soluzione poi richiede un cambiamento radicale di stili di vita e di valori che tutti credevamo giusti e virtuosi.

E’ questo che rende la crisi ecologica diversa dalle altre. A me sembra che nonostante tutti i proclami e i discorsi, l’umanità si stia dimostrando impreparata. Servirebbe una presa di coscienza univoca da parte di politici, imprenditori, scienziati e di tutti noi cittadini del mondo. Invece mi sembra che molti pensino alla fine del pianeta come qualcosa di lontano, astratto e che non ci riguarda.

Visto il percorso scolastico che ho fatto, ho anche riflettutto sul ruolo dell’arte. L’arte ha sempre avuto un’influenza molto importante nelle varie crisi dell’umanità. Gli artisti sono sempre stati in prima linea nel rappresentare il dolore, le ingiustizie, i problemi che l’uomo ha dovuto affrontare nella sua storia. 

Per quanto riguarda la distruzione del nostro pianeta, sinceramente non vedo ancora delle prese di posizione nette e forme espressive che possano scuotere le nostre coscienze, come è avvenuto in altre situazioni che ho avuto modo di studiare. Abbiamo dovuto far riferimento ad una ragazzina svedese per sentirci coinvolti?

Per questo motivo ho scelto di fare un’opera che rappresentasse quelli che sono i danni che stiamo facendo alla nostra "casa comune", insieme all’atteggiamento dell’uomo, che a me pare fare solo da spettatore in questa tragedia. Ho voluto dire che non è la terra che è fragile, siamo noi che lo stiamo devastando in nome del progresso e del benessere. 

Idea di Progetto

L’idea di base è stata quella di rappresentare le conseguenze dell’azione dell’uomo sul pianeta; volevo dare un messaggio forte e diretto. Ho preso spunto da alcuni artisti che con le loro opere hanno ben descritto gli effetti di guerre, devastazioni, sconvolgimenti sulla nostra terra.

Pertanto ho disegnato un uomo di spalle che guarda a tutto questo. Inizialmente volevo eseguire un basso rilievo, poi ho optato per un opera pittorica con elementi in rilievo eseguiti in creta. Già dai primi bozzetti il mio intento era quello di dare un’impressione diretta e di impatto immediato.

Esecuzione

Tavola 1: Schizzi progettuali

In questa tavola ho raccolto alcuni schizzi e bozzetti che ho realizzato:

- uomini che rimuovono senza successo dei rifiuti;

- un uomo che osserva da una montagnola di rifiuti un fiume inquinato;

- un ragazzo costretto a vivere con la maschera antigas che raccoglie l’unico fiore rimasto

- la morte di una balena causata dall’inquinamento;

- ed in ultimo ciò che rimane di un paesaggio devastato.

Tavola 2: Disegno definitivo

In questa tavola ho messo il disegno definitivo dell’opera insieme ad alcuni dettagli. Ho deciso di rappresentare in un unico paesaggio alcune delle cause e degli effetti più gravi dell’inquinamento. Ci sono:

  • i rifiuti;
  • una balena che muore;
  • una fabbrica che sprigiona un fumo velenoso;
  • la desertificazione;
  • una montagna con un ghiacciaio che sta morendo.

In basso ho collocato un uomo di spalle che osserva sconcertato questo paesaggio che prima era bello, ma ora è devastato dell’inquinamento. Nella tavola anche il dettaglio della fabbrica, delle montagne e dell’uomo di spalle che saranno elementi scultorei in rilievo nell’opera finale.

Tavola 3: Progetto esecutivo

Ho eseguito un opera pittorica, ripresa dal disegno definitivo a cui ho aggiunto degli elementi in rilievo: l’uomo di spalle, le fabbriche, le montagne.

Ho utilizzato una tavoletta in legno di dimensione 38 x 33 cm, in cui ho disegnato e colorato lo sfondo, la strada, il mare, il deserto, il cielo.

Tavola 4: Ambientazione

Ho pensato che questa opera potrebbe essere collocata all’ingresso di una scuola primaria con l’obiettivo di dare un messaggio ai bambini che la frequentano. Un’altra idea che ho maturato durante lo svolgimento dell’elaborato è la realizzazione di un ”murales” che possa essere visibile a tutti.

L’intervento artistico non ha un puro scopo estetico, ma soprattutto educativo. Quest’uomo e questo paesaggio devastato, dovebbero ricordare a tutti che il nostro comportamento non deve essere quello di distruggere, ma al contrario di proteggere e curare la ’casa che ci accoglie tutti’.

Scritto e realizzato da Artiom Tosi

Allievo: Artiom Tosi

classe: 5 B arti figurative, Pisa 

anno scolastico: 2020/21 


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