SENTO DUNQUE SONO, installazione del Laboratorio Artisti Anonimi | OPERE



Installazione in ferro, filo di ferro e rame, piombo e pasta di sale del Laboratorio Artisti Anonimi
L’opera si prefigge di trasmettere il concetto di radici dell’umano attraverso la rappresentazione simbolica della capacità di sentire, in senso lato, intrinseca nella nostra specie.
Cinque teste in filo di ferro e rame vengono rese con una forma che, seppur semplice, rappresenta ciò che rende l’uomo diverso da tutti gli altri esseri, in quanto dimora della mente. Esse mostrano, grazie alla loro trasparenza strutturale, gli organi dei nostri sensi, composti di pasta di sale modellata e colorata con soli pigmenti naturali (curcuma, paprika e cacao).



All’interno di una struttura artificiale prevale, quindi, una sostanza naturale. A fare da base alle cinque teste un totem di ferro, come un tronco artificiale dal quale sboccia la complessità e, allo stesso tempo, la fragilità dell’essere umano. Dal brodo primordiale l’uomo nasce come animale spaesato sulla cruda terra. La sua evoluzione inizia affidandosi ai suoi sensi fisici e naturali.




Da semplice essere vivente si evolve in uomo, sviluppa cultura, sapere e capacità empatiche, sovrastando per completezza qualsiasi altra forma di vita.

Ma, una volta raggiunto l’apice di evoluzione e progresso, paradossalmente è come se fosse soggetto ad un’involuzione, perdendo quindi le sue innate capacità di sopravvivenza e le sue sensazioni basilari.
L’uomo è ad oggi ridotto ad un automa razionale, chiuso in una prigione di individualismo ed incomunicabilità.
Laboratorio Artisti Anonimi
Chiara Brancato, Chiara Ceccarelli, Sauro Grilli e Diana Milea

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