VITTIMA E COLPEVOLE, acrilico su tela di Dalila D'Ilario, classe V B, Pisa | OPERE







Questo è un articolo sperimentale.
Ecco la versione digitale dell'articolo scritto da Dalila D'Ilario, classe V A, Pisa.


Vittima e colpevole vuole rendere evidente il sottile confine che separa l’innocenza dalla colpevolezza agli occhi della società.

Il soggetto in questo caso, è un corpo di donna, senza braccia, senza gambe e senza testa.
Questa donna non ha un volto, è senza identità, senza volontà, è quasi un oggetto.
Quest’ultima si trova sospesa in una nube dalle tonalità contrastanti, alla nostra destra il nero, la parte
negativa come ci verrebbe da pensare, alla nostra sinistra invece, il celeste, un colore freddo, ma angelico, puro.

Intorno alla donna, troviamo degli occhi, occhi che guardano, che giudicano, che etichettato, occhi che limitano la donna, la con tornano, da una parte con il bianco e dall’altra con il rosso.
Questi occhi parlando e pensando creano squarci nell’aria, netti e chiari.
C’è chi difende la vittima e chi il colpevole.
Ma è così facile da definire?

Come potete notare, sopra il collo della donna c’è una sfumatura tra il nero ed il celeste.
Sfumatura che rappresenta la futilità di un giudizio a prescindere.
Questo quadro nasce con lo scopo di far riflettere chi lo guarda, per non creare più giudizi spesso infondati e per non incatenare con le proprie parole né donne né uomini.

Tutto questo accade per la fretta con cui guardiamo, non abbiamo più tempo per comprendere, ci basta la superficialità di ciò che arriva.
Il nostro occhio impreciso e vorace si posa velocemente e subito dopo riprende la danza in cerca di una nuova preda da sentenziare.

Scritto dall'allieva Dalila D’Ilario




Commenti