SCULTURA & LETTERATURA di Giulia Ruscica, classe 5 C, Pisa | OPERE




Opere e testo di Giulia Ruscica, classe 5 C, Pisa

Il Liceo Artistico "Franco Russoli" è una scuola che apre la mente e fa comprendere a pieno la vastità dell'arte. 
L'arte non è un dipinto. 

Non è una scultura. 
Non è una vetrata. 
L'arte è fusione. 

La fusione fra scultura e letteratura, la fusione fra musica e teatro, l'arte è un concetto molto ampio. Non credo esista una definizione ben precisa di questa parola e quella di Wikipedia non riassume al massimo ciò che l'arte può essere per una persona. 

Che cosa è per me ora l'arte? 

Emozione pura, ma la mia arte è composta da tante piccole cose...
La musica che ascolto mi ispira a creare l'atmosfera giusta, le poesie sono piccoli dipinti che poi io fondo in scultura. Questo è ciò che è per me. 
Il mio stile è lineare e essenziale. 
Riporto accenni presenti nelle poesie che leggo nelle mie sculture. 
Non servono i cinque sensi...  
per sentire qualcosa che nasce da dentro.

 Ecco perché nelle mie sculture sono ricorrenti gli occhi chiusi e l'assenza delle orecchie.





TRE FIAMMIFERI ACCESI
di Jacques Prevert
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.



XENIA DA SATURA
di Eugenio Montale

Dicono che la mia
sia una poesia d’inappartenenza.
Ma s’era tua era di qualcuno:
di te che non sei più forma, ma essenza.
Dicono che la poesia al suo culmine
magnifica il Tutto in fuga,
negano che la testuggine
sia più veloce del fulmine.
Tu sola sapevi che il moto
non è diverso dalla stasi,
che il vuoto è il pieno e il sereno
è la più diffusa delle nubi.
Così meglio intendo il tuo lungo viaggio
imprigionata tra le bende e i gessi.
Eppure non mi dà riposo
sapere che in uno o in due noi siamo una sola cosa.




SE QUESTO E' UN UOMO
di Primo Levi

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

Sculture, foto e testo di Giulia Ruscica, classe 5 C, Pisa 

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