CARO DIARIO, scritto da Angela Fratianna, classe 4 B, Pisa | CONCORSO


Scritto da Angela Fratianna, classe 4 B, Pisa

Caro diario,
è da un po' che ti penso, avevo intenzione di iniziarti da qualche settimana, purtroppo non ne ho avuto il tempo. Qui vorrei scrivere tutti i miei pensieri. Per comporre questa frase mi ci è voluto un minuto e mezzo, forse anche due, dovrei essere più spontanea con le parole.
Farò finta che oggi sia il 27 gennaio 2019, è il Giorno della Memoria e io sto guardando dei documentari dell'Olocausto. Nel corso del tempo ho notato che durante questo periodo mi capita di cercare varie informazioni inerenti a questo avvenimento. 
Ho così tante domande nella testa e per me non è mai abbastanza, devo sapere di più, sempre di più.




Questo mio interesse è nato quando ero bambina, mi ricordo che la maestra di italiano ci disse che nel programma di quinta elementare questa parte della storia non l'avremmo svolta, ci raccontò alcune tragiche testimonianze della Shoah di cui aveva sentito parlare, inutile dire che mi sono commossa. 

Sarà forse strano agli occhi di altri, ma io ci penso davvero ogni giorno a quanto è inquietante e disumano ciò che è successo; aggettivi adatti credo, ma non abbastanza per descrivere l'orrore commesso dall'umanità. Il piano è stato ideato da una singola mente, ma quasi nessuno ha cercato di impedire di metterlo in atto, anzi si sono fatti influenzare. Assurdo come il pensiero di una singola "persona" possa essere considerato verità assoluta dalla maggioranza e come quest'ultima sia rimasta indifferente.




Molti avevano paura e non credo che sia una scusa accettabile, per niente direi, se molte più persone si fossero ribellate forse non sarebbe successo. L'unica cosa da dover fare è non dimenticare e impedire che succeda nuovamente. Ammiro tutte quelle persone che non si sono fatte influenzare dalla massa, quelli che andavano fieri di avere un pensiero in contrapposizione al nazismo. 

Italo Geloni era uno di questi. La gente attorno a lui pensava che fosse finita la guerra, ma lui e i suoi compagni vennero deportati e poco dopo torturati. Come si può essere così indifferenti nei confronti di un'anima? Siamo tutti diversi dal punto di vista del pensiero, del carattere, dell'aspetto fisico, ma tutti abitiamo sullo stesso pianeta. Siamo tutti alla pari, dovremmo collaborare tra noi per mantenere questa Terra un gioiello prezioso, come ogni singolo essere vivente riesce a fare, solo perché sa di doverlo fare. 
Noi esseri umani siamo così complicati, ci consideriamo al di sopra di qualsiasi altra forma di vita sul pianeta, quando in realtà la nostra debolezza la si può vedere semplicemente sentendo il bisogno di dover essere superiori ad altri.



Il rispetto era inesistente, venivano considerati oggetti, erano numerati, messi in file da cinque perché così era più facile contarli. "STUCK", erano chiamati così dai tedeschi. Non voglio scrivere quello che si trova nei documentari o nei libri, voglio sottolineare il fatto che la cattiveria umana non abbia limiti. Credo che il genere umano si stia estinguendo non per cause naturali, ma perché siamo capaci di distruggerci l'un l'altro senza ritegno. Anche se so che è così, non voglio perdere la fiducia, perché quando penso a Italo Geloni e al suo diario percepisco ancora speranza cosa che lui non ha mai perso.

"Li vedemmo, e come se li vedemmo, non solo gli aerei ma anche i piloti che li guidavano. Passarono sopra il lager e girarono sopra di noi, dove si lavorava, muovendo le ali a destra e a sinistra in segno di saluto e agitando anche la mano. Di colpo riacquistammo fiducia". 
Dal diario di Italo Geloni: "Ho fatto solo il mio dovere"

Scritto dall'allieva Angela Fratianna, classe 4 B, Pisa

Tema vincitore del Concorso “Pellegrinaggio campi di sterminio nazisti 2019”, premiato con Borsa di studio.

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immagini tratte dalla rete


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